ESTENSIONE TERRITORIO: kmq. 382,226
POPOLAZIONE: 38.280
ALTITUDINE: m. 608.00
CLIMA: caldo umido

E' distesa su tre colline tra le alture che legano i monti Erei con i monti Iblei. La topografia del luogo é molto movimentata e ciò si riflette sulla pianta della Città che é tortuosa ed irregolare denunciando la sua origine urbanistica tipicamente medievale.Oggi essa si divide in due settori: una parte alta, che comprende l'intero centro storico ed una bassa che costituisce la Città nuova e la sua area di espansione.

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La prima si stende sui fianchi dei colli ed é legata da due arterie principali ( la via Vittorio Emanuele e la via Luigi Sturzo) da una scala monumentale di 143 gradini, decorata nei sottogradini con pannelli maiolicati di fattura locale, che ripetono motivi decorativi in uso nei vari secoli nella ceramica locale. Le sue strade e la scala convergono sulla Piazza Municipio dove si affaccia il Palazzo di Città, l'Ex Teatro, oggi Galleria "Luigi Sturzo", la Corte Capitaniale ed alcuni palazzi delle antiche famiglie nobili. Due strade collegano Piazza del Municipio con la Piazza Umberto, più vasta, su cui si affacciano pubblici uffici, banche ed altri palazzi nobiliari. Attorno a queste strade e piazze vi é tutta una serie di stradine tortuose, vicoli e strade, che danno alla Città vecchia un aspetto inconfondibile. Le colline più alte sono collegate con la collina di Nord-Est mediante un ponte monumentale, ad unica arcata visibile, del XVII secolo. Da questo ponte parte una lunga strada che lega la parte più antica con quella recente e nuova: é la via Roma, che prosegue con la via Giorgio Arcoleo, cui si legano due strade, il viale Principessa Maria ed il viale Principe Umberto, che portano nel cuore della Città nuova che presenta l'aspetto di tutti gli agglomerati di recente costruzione. A metà della via Roma sorge l'unico ampio spazio di verde pubblico esistente nella parte vecchia e nella nuova della Città: il Giardino Pubblico, progettato su preesistente parco, dall'Arch. G.B. Basile, ricco nei suoi viali di terracotta ottocentesche e novecentesche di fattura locale.

DISTANZE DAI PRINCIPALI CENTRI SICILIANI

Caltagirone - Catania centro km 71
Caltagirone - Taormina km 115
Caltagirone - Palermo km 183
Caltagirone - Agrigento km 112
Caltagirone - Piazza Armerina km 30
Caltagirone - Ragusa km 68

PRINCIPALI VIE DI COLLEGAMENTO

S.S. n. 417 (Catania - Gela)
S.S. n. 385 (Catania - Palagonia - Caltagirone)
S.S. n. 514 (Catania - Ragusa) km 183

Le origini di Caltagirone si possono far risalire alle più antiche età della preistoria. Numerosi ritrovamenti, nell'area della Città e nelle sue immediate vicinanze, la rivelano antica Città Sicana e successivamente sicula, greca, romana e bizantina. Le tracce più antiche della presenza urbana nel sito stesso della Città, si sono rinvenute sul Monte dell'ex Matrice, ove sono state portate in luce ceramiche dell'età' del bronzo antico.

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Fu li ugualmente il centro o l'acropoli della Città greco-sicula e romana, cui sono pertinenti la fornace scoperta nella selva di S. Gregorio e le necropoli di Monte S. Giorgio, dei Cappuccini, dell'Acquanuova, del Teatrino, etc. é assai probabile che Caltagirone sia stato Castello Bizantino e quindi Città degli Arabi cui si deve la prima parte del toponimo. Kalat, infatti, é certamente termine arabo ad indicare un castello, una rocca o, comunque, un luogo abitato elevato e fortificato. Più controversa la seconda parte del nome, per alcuni riferibile ad un precedente toponimo di età greca "gelon" che indicherebbe l'appartenenza di questi luoghi ai gelesi, peraltro anch'esso di derivazione araba ed indicante variamente il "castello delle giare", etc. Poco distante da Sant'Ippolito a Nord, la vasta contrada della Montagna é uno dei siti antichi più suggestivi del calatino e dell'intera Sicilia. Si tratta di una zona montuosa caratterizzata dalle bianche creste calcaree, emergenti da una vegetazione tipicamente mediterranea di lecci, cornioli, pistacchi, alloro, etc.

Ovunque, la tenera roccia calcarea porta i segni della mano dell'uomo. Si tratta per lo più di sepolcri, scavati con grande perizia e con scarsi mezzi tecnici a cominciare dalla prima età del bronzo. Splendide e pressoché uniche in Sicilia sono le cosiddette "tombe a tholos", che imitano con impressionante fedeltà le tipiche tombe micenee. Ciò dimostra, assieme al ritrovamento di manufatti micenei o imitazioni micenee, l'influenza esercitata da queste popolazioni greche sulla zona di Caltagirone a ragione della sua importanza commerciale e strategica. Ampie e sparse per tutto il territorio sono le testimonianze della penetrazione greca; la stessa Città di Caltagirone dovette in quest'epoca assumere l'aspetto di piccolo ma importante centro urbano. Antichi scavi, casuali o programmati portarono in luce tombe,ovunque la Città si andava espandendo: Acquanuova, San Luigi, Piazza Marconi, San Giorgio, etc. In epoca più recente sono stati scoperti resti di forni ceramici nella selva di San Gregorio, mentre ultimamente, scavi archeologici hanno permesso la datazione, rispettivamente al VI e IV sec. A.C., delle necropoli di San Giorgio e dei Cappuccini. Se il centro moderno di Caltagirone nasconde le testimonianze più antiche, resti monumentali sono visibili e visitabili nei suoi immediati dintorni. Da ricordare anzitutto il grande centro greco di Monte San Mauro, che sorge in una incantevole posizione sulle colline dominanti la vallata del fiume Maroglio. Le necropoli di monte San Mauro hanno restituito splendidi vasi in ceramica ed in bronzo nonché prodotti di oreficeria e di coroplastica. Da San Mauro provengono inoltre le bellissime terrecotte architettoniche dipinte, conservate attualmente nel Museo archeologico di Siracusa e la magnifica scultura con le sfingi e scene di danza nel locale Museo Regionale della Ceramica.

Ma eccezionali sono a San Mauro le case di età greca disposte a ventaglio sulle pendici delle colline. Esse, per lo stato di conservazione veramente raro, rappresentano una testimonianza di estremo interesse archeologico e turistico. Ad Altobrando ed a piano Casazze sono i resti imponenti di due centri fortificati siculo-greci e poi romani, interessanti sopratutto per le opere di fortificazione delle due Città poste al controllo della Piana di Catania. Testimonianza dell'età bizantina sono riscontrabili in varie zone del territorio di Caltagirone, ma é dall'età' normanna che la Città assume un ruolo di notevole importanza nel contesto siciliano; a quest'età é da riferirsi la ricostruzione di edifici sopratutto religiosi: prima fra tutte la chiesa di San Giacomo voluta dal conte Ruggero in ringraziamento dell'aiuto prestato dal Santo, alle sue truppe, nella battaglia contro i Saraceni. Sorsero quindi in questa epoca e negli anni immediatamente successivi, o furono comunque abbellite e restaurate, le chiese di Santa Maria del Monte, di San Giorgio e di San Giuliano che costituivano, assieme a San Giacomo, le quattro più antiche parrocchie. La fioritura economica dovuta sopratutto alle produzione di corde, dolciumi, oltreché delle ceramiche, determinò anche una fioritura culturale e degli studi. Il collegio degli Studi dei Gesuiti esiste già da alcuni decenni, venne riconosciuto, con concessione di Filippo IV, come università calatina, con le facoltà di medicina, giurisprudenza e diritto canonico. L'università, che produsse nelle varie discipline ingegni di chiara fama, rimase in vita fino ai primi anni dell'800. Un altro importante centro di cultura e di studi fu il Convento dei Francescani Conventuali, venuti a Caltagirone nel 1236 con il Beato Riccardo, uno dei primi compagni di San. Francesco. Per unire alla Città questo importante centro di vita spirituale fu costruito nel 1666 il grandioso ponte a cinque arcate, opera del romano Orazio Torriani. Splendida negli edifici e ricca di opere d'arte, si mostrava la Città fino al 1693, anno in cui il funesto terremoto la distrusse quasi totalmente. Nacque tuttavia assai presto con un sontuoso e scenografico aspetto settecentesco quale ancora oggi quasi integro, si può osservare.

GENNAIO  
 

Rievocazione del terremoto del 1693 che distrusse quasi totalmente la Città nella basilica di S. Giacomo svelamento della statua del patrono e particolari cerimonie.

FEBBRAIO  
  Manifestazioni legate alla festa del Carnevale con sfilate in costume.
MARZO  
 

Festa della Madonna dei Miracoli - Prima domenica - La festa si svolge nella chiesetta omonima. Si vendono i tradizionali fischietti rappresentanti cavalieri, figure di Santi, etc e tradizionali dolci quali la “giuggiulena “, e la cubbaita”. La sera della vigilia si usa fare, davanti la chiesa, un grandioso falo’.
Domenica della Passione (precede la Domenica delle Palme) – Festa della Madonna Addolorata nella chiesa dei PP. Cappuccini.E’ una festa popolare e religiosa largamente sentita. Vengono allestite bancarelle di dolci tradizionali e di figurine in creta raffiguranti la Madonna con Cristo morto in grembo e i riscignoli ( fischietti a coppa in cui si pone dell’acqua che fa emettere un suono simile al canto dell’usignolo).
Domenica delle Palme.Vendita dinanzi alle chiese parrocchiali di palmette e rocchetti, lavori artigianali antichi simboli di pace.

APRILE  
  SETTIMANA SANTA: Manifestazioni religiose.
Festa San Francesco di Paola. 25 Aprile
MAGGIO  
 

Manifestazioni religioso-folcloristiche.
Giorno 31 – Festa di Maria SS.ma di Conadomini compatrona della Città con il tradizionale corteo della “Rusedda”. Al corteo partecipano i contadini con muli, cavalli e trattori addobbati con la “Rusedda”, pianta tipica del bosco di Santo Pietro, che viene portata in processione alla Madonna per essere benedetta e propiziare una buona annata per il raccolto e per le attivita’ artigianali.
Manifestazioni collaterali:
La Scala infiorata – Dal 1 al 31 maggio la Scala di S. Maria del Monte viene addobbata con vasi fioriti secondo un grande disegno ornamentale, diverso di anno in anno, in omaggio alla Madonna di Conadomini.

GIUGNO  
 

GIORNO 29 – Festa dei SS. Pietro e Paolo.
Dopo i riti religiosi, nel quartiere di San Pietro si svolge la “Sagra ri biffari”, manifestazione popolare con pregustazione delle primizie dei fichi.

LUGLIO  
 

Festa della Madonna delle Grazie – Parrocchia di San Giorgio.
Festa popolare con larga partecipazione di fedeli e processione del simulacro della Madonna.
Festeggiamenti in onore del S. Patrono San Giacomo.
I festeggiamenti hanno inizio la sera del 30 giugno quando le autorità civili e religiose si recano nella basilica del Santo per rendere omaggio al Patrono su 3 antiche carrozze trainate da diverse coppie di cavalli guidate da cocchieri, precedute da un sontuoso corteo in costume spagnolo seicentesco. Esso che rappresenta l’accompagnamento dell’antico Senato civico, e’ composto da:
1 Capitano di Giustizia, 1 Guardaroba, 2 Mazzieri, 4 Inservienti (Contestabili), 4 Giudici, 10 Alabardieri, 2 Tamburinai.
La festa si svolge nei giorno 23-24-25 con una seconda fase il 31 luglio ed il 1 Agosto, quest’ultima nella zona di espansione della Città (Santa Maria di Gesù)
LA SCALA ILLUMINATA
Il 24 ed il 25 luglio, lungo la Scala Santa Maria del Monte m
monumento simbolo della Città che collega l’antica Chiesa Matrice con il settecentesco Piano dei Nobili vengono disposti, secondo un disegno che cambia di volta in volta, circa 4.000 cilindri di carta variamente colorata (detti coppi), con dentro lucerne ad olio che accese nel buio della notte, formano un tappeto di tremule luci.
E’ la più importante ed esclusiva manifestazione che si svolge a Caltagirone.

AGOSTO  
 

GIORNO 15 – Festa di Maria SS.ma del Ponte.
Festa popolare che si svolge in uno dei quartieri piu’ antichi e popolosi della Citta’. La Macchinetta della Madonna viene portata in processione per le stradine del quartiere con la partecipazione delle autorita’ cittadine. Alla Madonna vengono donati preziosi e lavoratissimi asciugamani.

SETTEMBRE  
 

1’ Domenica – Festa della Beata Lucia.
Processione del simulacro della Beata Lucia per le strade dei quartieri di San Giacomo e dei Miracoli.
3’ Domenica di settembre – Festa del Signore Soccorso.
Il luogo e’ meta di pellegrinaggi notturni (venerdi’ precedente la festa) da parte di cittadini, organizzazioni cattoliche e associazioni.

OTTOBRE  
   
NOVEMBRE  
 

Celebrazioni Sturziane - Ultima domenica del mese.
La manifestazione e’ preceduta da un seminario di studisul pensiero e l’opera politico- amministrativa di Don Luigi Sturzo, a cura dell’Istituto di Sociologia.

DICEMBRE  
 

GIORNO 8 - Processione del Simulacro della Madonna dell'Immacolata con la partecipazione delle autorità civili e religiose. La vigilia della festa, all’alba vengono vendute le tradizionali “muffulette” (pane appena sfornato insaporito con semi di finocchio).
GIORNO 13 - Festa di Santa Lucia.
La festa viene ricordata nell’ambiente popolare con la preparazione delle “collorelle” e della “cuccia”, quest’ultimo e’ un piatto semplice fatto di frumento cotto e condito con olio e sale.
Manifestazioni natalizie – “Caltagirone Città del Presepe”.
Le manifestazioni natalizie fanno riferimento alla tradizione presepistica. Vengono infatti allestiti presepi in vari luoghi della Città da associazioni, Enti e parrocchie.
Durante la settimana di Natale viene allestito un presepe vivente, con personaggi in costume lungo un percorso affascinante che si snoda attraverso le antiche viuzze del centro storico della Città.
“Mostra del Presepe”, in cui vengono esposti i Presepi in terracotta di moderna produzione.

Ti consigliamo di iniziare l'itinerario per la visita della Città partendo dall'ingresso principale del GIARDINO PUBBLICO, al quale si arriva dal parcheggio della circonvallazione di levante tramite una scalinata.

GIARDINO PUBBLICO (Visita ore 8.00 sino al tramonto) Il vasto giardino pubblico, creato nel 1846-50 progettato dall’arch. Filippo Basile ed ornato di pregevoli terrecotte istoriate e maiolicate (vasi dei Bongiovanni Vaccaro; balaustre in stile floreale ed una grande fontana cinquecentesca). E' attraversato da un vasto reticolo di viali impreziositi da statue e vasi di ceramica di fattura locale. Notevole nella parte bassa la fontana dell'artista fiorentino del XVII secolo Camillo Camilliani, qui trasferita dalla Piazza Minicipio del MUSEO REGIONALE DELLA CERAMICA.


IL TEATRINO Opera dell'architetto siracusano Natale Bonaiuto, l'elegante teatrino fu costruito nel 1792 come belvedere su un ampio panorama; gradinate e balconate sono decorate con pannelli di maiolica policroma di Ignazio Campoccia ed Angelo Mirasole. La parte superiore, ricostruita dopo il crollo del 1863, costituisce l'ingresso del Museo della Ceramica.


MUSEO REGIONALE DELLA CERAMICA (Visita ore 9.00 - 18.00. Lunedi chiuso). Nelle varie sale sono esposti materiali ceramici di varie epoche, dall'età' preistorica fino agli inizi del novecento. Nelle diverse sale si possono ammirare manufatti d'uso quotidiano da dispensa e da mensa, ceramiche ornamentali ed architettoniche, rivestimenti, pavimenti e targhe votive, fino alle più recenti produzioni dei figurinai.Nel cortile si trovano i modellini in scala di alcune fornaci medievali di Agrigento.

Usciti dal museo si scende verso la via Roma una delle arterie principali della Città ammirando a destra la balaustra che separa il Giardino pubblico dalla stessa via con vasi maiolicati alternati a pigne e lampioni.


BALCONATA SETTECENTESCA Poco dopo salendo lungo la via Roma a destra si puo' ammirare la BALCONATA SETTECENTESCA in ceramica policroma della casa del maiolicaro Benedetto Ventimiglia.


TONDO VECCHIO Percorrendo la via Roma verso la piazza di incontra sempre a destra il TONDO VECCHIO, emiciclo teatrale della seconda metà del 700, disegnato dall'architetto catanese Francesco Battaglia, costruito nell'ambito delle soluzioni scenografiche collegate all'apertura della via Carolina modificato dall'architetto Caltagironese Giovan Battista Nicastro alla fine dell'800.


PONTE S. FRANCESCO Notevole opera d'ingegneria fu costruito tra il 1627 di San Giuliano con il convento di San Francesco d'Assisi.


CHIESA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI Fondata nel 1226 dal Beato nei primi del settecento in forme fastosamente barocche; custodisce all'interno del chiostro una cappella gotica utilizzata per mostre ecclesiastiche.


EX CARCERE BORBONICO (Visita ore 9.30-13.30. 16.00-19.00 lunedì chiuso). Appena oltrepassato il ponte S. Francesco si erge il sobrio ed imponente edificio che fu carcere nel periodo borbonico. Fu costruito nel 1782 su progetto dell'architetto Natale Bonaiuto in severe linee neoclassiche. Trasformato in Museo Civico, e' ricco di testimonianze della storia dell'arte e della civiltà di Caltagirone. Le sezioni archeologica e storica presentano materiali preistorici e di età siculo-greca provenienti dalla Città e dal territorio, epigrafi dei sec. XV-XVII, pergamene sveve, normanne ed aragonesi e cimeli cittadini (notevole il fercolo di S. Giacomo). Nella Pinacoteca, dipinti del sec. XIX e del primo 900.

Continuando si arriva in PIAZZA UMBERTO verso la quale si affacciano la Cattedrale, il Monte di Prestamo ed il Palazzo Libertini di San Marco.


CATTEDRALE DI SAN GIULIANO di origini normanne, fu ricostruito nel 1582 e nuovamente dopo il terremoto, ma la facciata e' del 1909 ed il campanile del 1954; nell'interno, dipinti ottocenteschi, nel transetto sinistro, statua marmorea di scuola Gaginesca. E' custodito il Presepe Di Vaccaro.


PIAZZA MUNICIPIO All'incrocio dei due principali assi viari si apre la Piazza, centro della Città.
PALAZZO DELL'AQUILA Sede del Municipio l'imponente edificio si trova ai piedi della scala S.M. del Monte. Le armoniche linee architettoniche ottocentesche sono dovute alla ristrutturazione che ne fece G.B. Nicastro, quando il Comune acquistò il palazzo del Principe di Bellagrima per farne la casa comunale: L'interno e' caratterizzato da un grandioso scalone d'accesso. Al primo piano e' la sala di rappresentanza con un notevole pavimento in ceramica.
CORTE CAPITANIALE Di fronte il palazzo dell'aquila, con raffinati portali che si alternano a finestre, fu disegnato da Antonuzzo Gagini e completata nei primi del 600 dal figlio Giandomenico. Iniziando la via Vittorio Emanuele il Palazzo Gravina-

Proseguendo l'itinerario sulla via Vittorio Emanuele balconcini liberty sulla destra e sulla sinistra il PALAZZO DELLE POSTE interessante esempio floreale in stile liberty Opera dell’arch. Fragapane.


CHIESA DI SAN GIACOMO. La chiesa, lungo via Vittorio Emanuele, e' forse di origine normanna, ma fu ricostruita nel 1694-1700. L'interno a tre navate racchiude sculture dei Gagini (sec. XVI): lo stemma marmoreo della Cittàs opra il portale mediano e' di Gian Domenico; il portale delle reliquie nel transetto sinistro é di Antonuzzo, autore anche dell'arcata in pietra intagliata e policroma nella cappella del sacramento. Nella cappella a sinistra della maggiore, statua di S. Giacomo di Vincenzo Archifel (1518); Nel presbiterio tele di Filippo Paladino.All'interno e' conservata l'arca della reliquia del Santo, opera pregevolissima in argento dei fratelli Nobilio, Giuseppe e Gian Domenico Gagini.


CHIESA DI SAN BONAVENTURA. Proseguendo per via Trigona si arriva nella Piazzetta di S. Bonaventura ove si affaccia l'omonima chiesa. Eretta tra il 1624 ed il 1631 dai padri Minori Riformati di S. Francesco. Pochi anni dopo, padre Paolo da Caltagirone restaurò i danni provocati dal terremoto del 1693: fu, infatti, uno dei pochi edifici ecclesiastici non distrutti completamente dal sisma. La chiesa, costruita in armoniosa forma rinascimentale, possiede pregevoli affreschi settecenteschi, raffiguranti il " Trionfo di S. Bonaventura" tra figure allegoriche e santi. Molto belli sono gli stucchi che adornano tutta la chiesa: il prospetto interno, animato da sontuosi drappeggi, le fastose cornici delle finestre, i capitelli delle Lesene. Notevoli dipinti ornano gli altari: nella cappella di S. Anna "la sacra famiglia" del Narbone; nella cappella di S. Francesco "S. Francesco che riceve l'indulgenza" di Epifanio Rossi; nella stessa cappella "S. Cristoforo". nell'altare maggiore c'e' una bella tela di Vincenzo Ruggeri, raffigurante "S. Bonaventura". Notevole, nella cappella il crocifisso legneo di fra' Umile da Petralia.


CHIESA DI SANTA MARIA DEL MONTE. Si sale per la via Ex- Matrice e ci si ritrova nel pieno dell'antichissima zona urbana della Città. la fine della via coincide con il terminale della scala S.M. del Monte (1606) che si mira dall'alto in basso.
L'interno a croce latina con tre navate divise da colonne conserva la pregevole immagine bizantina della Madonna col Bambino posta in un ricco tempietto argenteo, vi sono inoltre diverse tele dei fratelli Vaccaro; e' possibile salire sul campanile da dove può essere ammirato il panorama sull'intera Città.


SCALA S. M. DEL MONTE. La costruzione della scala comincio' dopo il 1693; con i suoi 143 scalini essa supera un dislivello di circa 50 metri ed e' larga 8.00 metri. Le alzate degli scalini e le piazzette di sosta sono rivestite in maiolica policroma, ed é la particolarità della scala.


CHIESA DEL SS. SALVATORE E MAUSOLEO DI DON LUIGI STURZO. Percorrendo la via L. Sturzo di incontra a destra al n. 74 l'esuberante facciata floreale interamente in terracotta, opera di Enrico Vella del palazzo della Magnolia. poco dopo sempre a destra la chiesa del SS. Salvatore su disegno del Bonaiuto, a pianta ottagonale, con bella facciata barocca. Contiene un altro capolavoro di Antonio Gagini, la Madonna di Monserrato ed il mausoleo, ricco di opere d'arte, dove riposa il grande statista e sociologo calatino DON LUIGI STURZO.


CHIESA DI S. GIORGIO. La chiesa ricostruita anch'essa dopo il terremoto del 1693 ha linee modeste e dell'antica chiesa conserva solo la torre campanaria, merlata in stile pisano. Al suo interno si può ammirare un pregevole dipinto di scuola fiamminga attribuito a Roger Van Der Weyden raffigurante "il Mistero della Redenzione".


CONVENTO DEI CAPPUCCINI. Dalla chiesa di S. Giorgio attraverso piccole stradine (carruggi) di arriva al Convento del Cappuccini, con annessi Pinacoteca e Museo, con un severo chiostro, attualmente sede di un Istituto scolastico. Contiguo ad esso e' la chiesa in cui e' conservata la grandiosa pala d'altare di Filippo Paladino del 1604, raffigurante "La Madonna d'Odigitria, rinchiusa in una grandiosa "macchinetta" comprendente due piccole tele con Santa Lucia e S. Agata, dipinte dallo stesso artista. Dalla sagrestia si accede al salone destinato a pinacoteca, che raccoglie dipinti di vari secoli. Nella stessa sala, sono pure esposti sculture, paramenti, campane, libri di varie epoche che hanno attinenza con la chiesa dei Cappuccini e con la vita di padre Innocenzo. Particolare interesse riveste il piccolo museo sistemato nell'ex coro dei frati. Dentro eleganti vetrine fanno bella mostra argenterie seicentesce e settecentesche, paramenti in broccato e damascato finemente ricamati, nonché statuette lignee in alabastro e cera. Di squisita fattura sono le statuette lignee appartenenti alla custodia del Santissimo della stessa chiesa, ed un Bambinello ligneo del 600. E’ custodita copia della sacra Sindone donata a Padre I. Marcinnò.


CHIESA DEL COLLEGIO. Ritornando verso la Piazza si percorre la via Cappuccini e si sale la scalinata di via Verdumai per arrivare alla chiesa del Collegio, fondata nel 1593 e ricostruita dopo il 1693; nell'interno ricco di tarsie marmoree e di intagli, sono custodite una Natività del sec. XVI (terzo altare destro; nella soprastante lunetta, natività di Antonio Catalano il vecchio) ed una deposizione di Filippo Paladino (1607; 3 altare sinistro) L'itinerario turistico termina ritornando nei pressi della Piazza Municipio ma di grande importanza storico-artistica sono le due mete che vengono segnalate qui di seguito, anche se non inserite nell'itinerario per la loro ubicazione. Inoltre da segnalare “ LE VILLE DEL PARADISO” : sull’onda dell’interesse per la natura e della moda per la villeggiatura, tra il 700 ed i primi del 900 si sviluppò lungo l’asse Santa Maria di Gesù un fitto tessuto di residenze di campagna di gran gusto architettonico e circondate da giardini lussureggianti.


CHIESA DI SANTA MARIA DI GESU'. Nella parte nuova della Citta', nei pressi dell'ospedale di notevole interesse e' la suddetta chiesa. All'interno e' custodita "la Madonna della catena", squisita opera di Antonello Gagini ed accanto alla chiesa e' il bel portale ogivale (1422) che immette al chiostro annesso alla chiesa.


CIMITERO MONUMENTALE. poco fuori la Città é il cimitero monumentale, in stile neogotico e decorato in terracotta, affascinate opera dell'architetto Giovan Battista Nicastro della fine dell'800.

DOLCI TIPICI CALATINI-LE COLLORELLE

In tutto il periodo natalizio si confezionanano i "cuddureddi" che adesso sono vendute dai panifici o pasticcerie, mentre prima erano per lo piu' preparate in casa.
E' un dolce composto da una pasta di rivestimento e da un ripieno.
La parte esterna e' impastata con farina, zucchero, strutto ed un po' d'acqua. Il ripieno, invece, e'costituito da vino cotto, semola, buccia d'arancia tritata, mandorle e pinoli.

Quando il composto diventa omogeneo, lo si lavora in modo da ottenere dei cordoncini a sezione circolare detti "mastazzoli". In seguito essi vengono adagiati nella pasta di rivestimento che viene precedentemente spianata col matterello, sino ad ottenere uno spessore di circa 5 mm. Si preferisce disporre i mastazzoli in forma circolare, in semplici listelli oppure a Y. Un'altra sfoglia li ricopre. Con una leggera pressione delle dita si uniscono le due parti. Li si separa con uno strumento detto "chiavi"(strumento dentato che taglia formette semicircolari). A questo punto con un coltellino si praticano dei taglietti trasversali i cui bordi verranno decorati con il cosiddetto "pizzecu" (semplice pinzetta dentata). Prima di infornarle si aggiunge della diavolina; l'uso di questo zucchero colorato a piccole palline e' a discrezione del confezionatore.
A fianco di questo tipo di collorelle ci sono quelle che hanno ripieni diversi: alle mandorle ed al miele.
Il primo tipo e' realizzato con un impasto di mandorle tostate e trite, zucchero albumi, scorza del limone grattugiata, acqua, pinoli, buccia d'arancia.
il secondo tipo e' realizzato in maniera similare, ma col miele.
I mastazzoli possono essere anche infornati senza la pasta di rivestimento.

DOLCI TIPICI CALATINI-U PANAREDDU"

Dolce per eccellenza della festivita' pasquale e' "u panareddu"
L'impasto e' costituito da farina, zucchero, uova, strutto ed acqua.
La forma da dare all'impasto e' fissa: un cestino con il manico semicircolare a treccia per richiamare i canestrini di vimini intrecciati caratteristici della Sicilia.
Al centro si dispongono 2 uova sode che sono poi ricoperte con la stessa pasta.

Molto variegate sono le decorazioni realizzate con la stessa pasta ad indicare il contenuto del paniere: fave, uva, piccoli uccellini, nidi con uova. Il tutto e' arricchito con chiodi di garofano e diavolina che si distribuisce dopo aver spennellato il panierino con uovo.
La cottura al forno e l'uovo rendono "u panareddu" dorato.
Le dimensioni variano: da piccoli panieri di 25-30 cm. di lunghezza, a grosse forme di 50-70 cm. con 4 uova.


UNA VECCHIA FILASTROCCA SULLE COLLORELLE IN DIALETTO

"Luna lunedda
fammi 'na cudduredda,
fammilla bbedda ranni quantu a portu a San Giuvanni,
San Giuvanni nun 'a vo', portatella 'ncasa to'.
?Ncasa to' c'e' pani e vinu, fa la suppa a lu bbamminu.
U bbamminu ha cchianatu 'nceru
pi sunari 'i campani.
?I campani hanu sunatu, viva Gesu' Saramintatu.
Saramintatu ogni mumentu,
ci sia paci intra u' cunventu.
Intra u' cunventu e 'dda baita,
viva...viva Rusuria.
Rusuria e' 'ncapu u' munti,
chi cuntava beddi cunti.
E o riavuru ci dicia:
"vattinni luntanu ri mia".
Ma u' riavuru ci rispunnia:
"va maritati...Rusuria".
Ma Rusuria ci de' 'na risposta,
cu' 'na ranni faccia tosta:
"ju sugnu gia' rizzittata,
cu Gesuzzu sugnu spusata
e tutta a robba nun e' chiu' mia,
ma ri Gesu', Giuseppi e Maria".

DETTI DIALETTALI

"A ttempu ri panareddi, spuntanu tutti i cumpareddi"
"Cu 'nnappe 'nnappe cassatedde e Pasqua"

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